lunedì 19 dicembre 2016

Turchia tra terrorismo e Riforma Costituzionale

di  – Fabrizio Pace – Siamo ancora una volta in compagni della Dott.ssa Valeria Giannotta, docente di Relazioni Internazionali, all’Università di Ankara. Questa volta l’abbiamo “sentita” per capire meglio cosa sta avvenendo in quest’ultimo periodo in Turchia. Il Paese sta infatti attraversando una delicata fase per le riforme costituzionali e nello stesso arco temporale è oggetto di vili attentati terroristici.
La Turchia ha subito diversi attentati terroristici ed ha sempre reagito in maniera energica a tutte le intimidazioni delle organizzazioni illegali. L’ultimo attentato segna però un innalzarsi del livello di offesa da parte dei terroristi. L’attacco allo stadio alle forse dell’ordine è una triste novità, tra l’altro in un punto di divertimento ed aggregazione come lo stadio di una squadra che gioca le coppe europee. Sono quindi alla ricerca oltre che di vittime di sensazionalismo? C’è una cambiamento effettivo nella strategia del terrore e se sì la gente lo percepisce?
La Turchia e’ oggi molto esposta al terrorismo e diverse sono le organizzazioni che operano al suo interno. Quello passato e’ stato un anno orribile per il susseguirsi di attacchi a firma DAESH e PKK che hanno colpito i piu’ grandi centri urbani del Paese mietendo numerose vittime. Il duplice attentato di sabato scorso e’ stato rivendicato dal TAK (falchi per la liberazione del Kurdistan) ossia organizzazione che gravita sotto l’orbita del PKK e che nei mesi scorsi ha colpito anche Ankara. LA modalità dell’attacco ricorda molto quello avvenuto lo scorso febbraio nella capitale: target preciso ossia i simboli dello Stato, in questo caso la polizia stanziata all’esterno dello Stadio del Beşiktaş. E’ qui doveroso ricordare che nel sud-est anatolico vi e’ una lotta in corso tra le forze armate turche e i gruppi armati separatisti curdi, tra cui rientra anche l’azione del TAK. Il terrorismo come lotta non convenzionale e asimmetrica e’ sempre in cerca di sensazionalismo, se no non sarebbe tale. Non denoto un particolare cambiamento vedo pero’ l’inspessirsi delle fratture presenti nel Paese che potrebbero generare una escalation anche di manovre preventive da parte delle autorità. Dopo gli avvenimenti di sabato scorso infatti jet turchi hanno avviato una rappresaglia bombardano postazioni PKK sulle montagne turco-irachene. Insomma, oggi Ankara e’ impegnata su larga scala nella lotta al terrore sia al suo interno contro DAESH; PKK e FETÖ ( organizzazione che fa capo a Fetullah Gülen, ritenuta responsabile del tentativo del colpo di stato dello scorso 15 luglio) che ai suoi confini (cfr. Operazione Eufrate in Siria in chiave anti DAESH e PYD- ritenuta costola siriana del PKK).
Le autorità turche in che modo agiscono nelle zone di confine per arginare il fenomeno degli sfollati\migranti\profughi?
La Turchia e’ impegnata in prima linea dal 2011 nell’accoglienza dei rifugiati con una spesa che si aggira attorno ai 25 miliardi di dollari. Ad oggi sono più di 3000000 i rifugiati  registrati in suolo turco, a cui viene fornita assistenza medica; più di 79000 sono i bambini siriani che ricevono istruzione sia in lingua araba che turca. Ovviamente diversi sono i campi di accoglienza al confine che pero’ hanno una capacita’ limitata. Grazie all’accordo sui migranti con l’Europa lo stanziamento di 3 miliardi di euro agevolerà la costruzione di ulteriori campi e strutture. ( ad oggi solo una parte dei fondi sono stati stanziai da Bruxelles e vi e’ una certa fatica a procedere con la negoziazione sui migranti). A seguito della tregua ad Aleppo oggi ci si attende un incremento del flusso di siriani ( si attendono circa 50.000 evacuati) e le autorità si sono già mobilitate per offrire riparo e per raccolta fondi a loro sostegno. Inoltre, le manovre militari oltre il confine siriano comunque hanno l’obiettivo di ripulire la zona dalla minaccia terroristica in modo da assicurare un adeguato stile di vita agli autoctoni e contenere cosi’ il flusso. Vi sono poi importanti sforzi da parte delle autorità turche nel contenere il flusso dei foreign fighters da e verso l’Europa.
In che modo la riforma Costituzionale influirà nella vita di tutti i giorni del popolo turco?
La riforma intende modificare 21 articoli della Costituzioni e modificare l’attuale sistema parlamentare in un esecutivo presidenziale che accordi ampi poteri al Presidente. Verosimilmente gli articoli fondamentali che riguardano l’’essere turco’ non verranno toccati. Allo stato odierno e’ stato presentato congiuntamente da AKP ( partito al governo) e partito d’opposizione MHP un pacchetto che dovrà essere vagliato e votato dal Parlamento. Con un sopporto maggiore di 330 si andrà a referendum probabilmente in tarda primavera e sarà il popolo a decidere se mantenere l’attuale sistema o avviare la Nuova Turchia verso il presidenzialismo.
I giovani, lei sta a contatto con gli universitari, come giudicano l’operato del governo turco?
I giovani riflettono appieno lo spaccato sociale della Turchia. Sono accomunati pero’ dallo stesso orgoglio nazionale che li porta a condannare all’unanimità gli attacchi terroristici, le istanze separatiste e i tentativi di destabilizzazione politica, incluso il tentato golpe del 15 luglio.
La Turchia sarebbe pronta per l’ingresso in Europa?
La Turchia sta attendendo alle porte dell’Europa ormai da troppo tempo e purtroppo con un certo rammarico constato che si e’ perso il momentum. Senza fare troppa dietrologia, dall’avvio del negoziato nel 2005 ad oggi su 35 capitoli solo 1 e’ stato aperto e chiuso nel 2010 mentre 18 sono bloccati dai veti di alcune cancellerie, Cipro inclusa, e riguardano anche gli aspetti sostanziali della democrazia quali rule of law e libertà fondamentali (cfr. cap. 23-24). Insomma, indipendentemente dallo sforzo riformatore- che comunque si e’ raffreddato drasticamente- vi sono degli inghippi di manovra fondamentali. Vi e’ una sorta di frustrazione da e verso la Turchia che non agevola il dialogo, ad oggi compromesso dal vigente stato d’emergenza e dalla contrarietà delle istituzioni europee verso Ankara. L’augurio e’ che lo stallo, chiaramente palesato nel recente voto del Parlamento Europeo, sia momentaneo e che questo serva a rilanciare la negoziazione su una più concreta a vigorosa base di comprensione reciproca. Mi lasci dire, non solo come ospite di questo Paese, ma come esperta delle sue dinamiche, che a volte si ha avuto la sensazione che Bruxelles applichi double standards. Insomma se da una parte vi e’ una certa fatica a guardare alla Turchia con lenti neutre, dall’altra il rischio e’ di diventare eccessivamente autoreferenziali e di sminuire l’importanza dell’ispirazione liberale che può arrivare solo dall’Europa.
Grazie ed a presto
Grazie a voi.

fonte -   www.ilmetropolitano.it

lunedì 8 giugno 2015

Immigrazione, ipocrisia italiana


di Fabrizio Pace  – La sinistra italiana e alcuni media compiacenti stanno scatenando una bufera mediatica sulle regioni del Nord che pongono veti sul trasferimento di altri immigrati clandestini nei loro comuni. Si inizia a parlare o meglio a “straparlare” di razzismo  o di trovate elettorali. Ma non è così, le elezioni regionali sono appena terminate e  nel Nord-Italia hanno vinto coloro che non vogliono aumentare le presenze di immigrati sui territori. E’ quindi legittima e doverosa la presa di posizione di Maroni, in quanto cerca di soddisfare la richiesta del suo elettorato. E’ invece ipocrita la posizione di chi pur sapendo cosa c’è dietro, le inchieste di  mafia capitale hanno aperto gli occhi agli italiani, continua nel voler sostenere una missione suicida. L’immigrazione incontrollata alla qual siamo soggetti è in realtà il più grande business del secolo. Fondi per sostenere queste masse di disperati in fuga che vengo spesi e sperperati altrove, soldi che questi migranti\profughi\clandestini spendono per arrivare via mare chissà da dove e che vanno a foraggiare altri viaggi della speranza in una spirale che così non finirà mai. L’Italia da sola ha dato prova di ospitalità e quando ha chiesto ai “civilissimi” paesi europei una mano d’aiuto, questi inizialmente hanno fatto credere un totale loro coinvolgimento per poi ritirarsi in un solo e semplice supporto navale (vedi Gran Bretagna e Francia) e di questa situazione l’unica responsabile è l’inconsistente politica estera italiana e chi la rappresenta, Federica Mongherini su tutti ovviamente (Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 1º novembre 2014), le sue dimissioni sarebbero un primo passo verso la risoluzione della crisi. Non si spiega perché i politici italiani non riescano a cogliere il punto di vista dei politici europei e viceversa. O meglio lo si spiega se si leggono le intercettazioni e si capisce quanto “frutta” ed ha già fruttato e a chi “giova” che arrivino e dimorino nel nostro Paese questi poveri disperati che nessuna colpa hanno se non quella di credere che esista un mondo migliore al di la del Mediterraneo. Sì, perché molte di queste persone fuggono da povertà e guerra civile e non immaginano certo che arrivare in Italia significa vivere ugualmente in povertà o nella mani della criminalità organizzata. Matteo Renzi è prigioniero della demagogia della base del suo partito ma non possono essere tutti gli italiani (sopratutto i meridionali) e queste masse di migranti a farne le spese. La situazione si aggraverà col passare del tempo, perché l’estate e le condizioni meteo non faranno che invogliare gli scafisti ad altri trasporti. L’Italia rischierà oltre i noti problemi di profilassi sanitaria, economici e di sicurezza relativi a questi flussi anche la possibilità che il nostro settore turistico vada  a rotoli. Non è un biglietto da visita gradevole da esportare, presentare città d’arte o località balneari colme di accattoni (forzati). Altrimenti che lo dicessero chiaramente, gli italiani fanno pochi figli abbiamo pensato di ripopolare ma in quel caso sarebbe stato più semplice ed economicamente più produttivo dare incentivi alle famiglie italiane.

venerdì 22 maggio 2015

NO AL REVERSE CHARGE DA BRUXELLES E SI APRE UN BUCO DA 700 MLN

di Fabrizio Pace  – Proprio così! Basta il solito no dall’Europa che le conseguenze in Italia potrebbero essere devastanti. Bruxelles dice di no alla norma sull’iva l’ormai conosciuta “reverse charge” una misura che sposta gli obblighi fiscali dell’Iva su chi acquista e non su chi vende come avviene di regola. Quella, per intenderci,  che avrebbe dovuto concedere una deroga alla direttiva per introdurre il sistema di inversione contabile per i fornitori nel settore della grande distribuzione. La Commissione europea ritiene, che in questa misura varata nella legge di Stabilità dal governo Renzi, non vi sia garanzia sufficiente per contrastare efficacemente le possibili frodi.  Per effetto di questo diniego si apre immediatamente una voragine di 700 milioni di euro nei conti italiani. Pericolo che, in tutta onestà, l’esecutivo aveva anche previsto,  immaginando di sanarlo con  l’aumento delle accise sulla benzina e sul gasolio da far partire dal 1 primo Luglio. Il premier si è però precipitato in tv a scongiurare pubblicamente questa dispendiosa evenienza, che coinciderebbe “stranamente”con il primo esodo delle vacanze estive.  Il Mef al momento smentisce l’aumento delle accise sui carburanti. Ma allora come si farà l’Italia a fronteggiare questo nuovo contrattempo di natura fiscale?! Se non fosse venuto fuori l’inghippo del risarcimento delle pensioni, il governo avrebbe potuto utilizzare il “Tesoretto accumulato grazie ad alcuni risparmi contabili però la Corte Costituzionale ha già emesso la sua sentenza (e da indiscrezioni pare che Renzi ne prevedesse l’indicazione). Una chance potrebbe venire dal prossimo giudizio al vaglio della Commissione europea quello in relazione alla possibilità di introdurre in Italia una misura particolare per le entità pubbliche che pagherebbero l’Iva su un conto separato e non al fornitore come avviene oggi. Nella sfortunata ipotesi che anche questa soluzione venga respinta dai burocrati europei, gli italiani si dovranno rassegnare all’aumento dei carburanti, una forma di tassazione indiretta (forse la più odiosa) alla quale siamo soggetti da oltre 40 anni .

mercoledì 11 marzo 2015

“Il fatto non sussiste”, “Il fatto non costituisce reato”

di Fabrizio  Pace – Sono passati 5 anni tre e gradi di giudizio nel processo Ruby, che hanno visto Berlusconi chiamato a rispondere in tribunale di accuse molto pesanti. Una situazione che  ha contribuito in maniera determinante alla sua caduta politica da Presidente del Consiglio (votato dagli italiani). Da qualche ora è stata emessa l’ultima sentenza nei suoi confronti che lo assolve in maniera piena in quanto i reati contestati (prostituzione minorile e concussione) si è definitivamente constatato non furono mai commessi. Silvio BerlusconiLa Procura di Milano nonostante la sentenza di assoluzione piena in secondo grado, ha deciso di presentare il ricorso contro il Cavaliere in Cassazione. La seduta di consiglio dei giudici della sesta sezione penale è durata oltre 10 ore per quello che è stato uno dei processi mediatici, giudiziari e politici con visibilità internazionale, quello che alcuni giornali nazionali e stranieri chiamarono l’attacco finale a Berlusconi ma che si è risolto in una bolla di sapone. Vince l’impianto difensivo dell’avvocato Coppi accolto dalla cassazione. Impossibile calcolare oggi i danni d’ immagine dell’impatto che quel processo ebbe sull’opinione pubblica.



fonte - www.ilmetropolitano.it 

Acquistare la casa ad 1 euro, ecco i Comuni che le vendono



Vecchie CaseComprare un’abitazione in questo periodo potrebbe sembrare un’operazione molto complessa o rischiosa a causa del denaro da sborsare anche se i prezzi del mercato immobiliare sono scesi in tutto il Paese. Esistono però delle particolari condizioni per le quali anche in un periodo di congiuntura economica come quello attuale, risulta vantaggioso acquistare una  casa. Diversi comuni italiani stanno introducendo una novità: vendono le case in stato di abbandono a solo 1 euro, in cambio della ristrutturazione. Un’ottima soluzione per tutti coloro che vorrebbero acquistare una casa ma non hanno la possibilità di affrontare le spese del mercato immobiliare. Sono delle abitazioni di privati che per disfarsene hanno indicato il Comune in questione come intermediario, che le venderà al prezzo simbolico di 1 euro a chi si assumerà gli oneri della ristrutturazione. Tutti possono partecipare all’iniziativa, basta che si che presenti un progetto di ristrutturazione entro un anno dall’acquisto, e che si garantisca di sostenere le spese per la registrazione, la voltura e l’accatastamento. Avute le autorizzazioni necessarie si hanno 2 mesi per iniziare i lavori. L’obiettivo in genere è quello di riqualificare le zone degradate ed abbandonate dei centri storici . Al momento  sono tre i Comuni che aderiscono all’iniziativa:  Salemi (Trapani),Gangi (Palermo) e Carrega Ligure (Alessandria), paesi in cui il numero delle case in stato di abbandono è in crescita. Chi fosse interessato  può contattare gli appositi uffici delle amministrazioni comunali.

mercoledì 25 febbraio 2015

Da Astronave a Tartaruga

Lenta e farraginosa l’azione della “nuova” Regioneregione
L’ansia per la situazione della Calabria sino a pochi mesi fa descritta allo sfacelo pare sia svanita nel nulla, non appena il nuovo presidente Mario Oliviero si è insediato. Eppure dopo tanta attesa e tanta decantata urgenza di provvedimenti la Giunta Regionale ed i suoi componenti sono stati nominati con il ritardo che ha fatto molto discutere e con alcune presenze che hanno creato pesanti imbarazzi nel centro sinistra nazionale. Il tutto è stato abbondantemente e sapientemente gestito dai media locali che, a differenza di quando era governatore Giuseppe Scopelliti, hanno dedicato a quelle situazioni il giusto indispensabile, un semestre fa, si sarebbe sbattuto in prima pagina ogni cavillo ed ogni sospetto. Qualcuno dice che macchina regionale ad oggi si muove (una tartaruga risulterebbe essere un levriero a confronto).  In realtà tutto sembra immobile ed il resto appare in confusione: la Fondazione Campanella;  il Comparto Sanitario ( in riferimento al blocco del turn-over); la realizzazione dei nuovi ospedali;  la trasparenza sul coinvolgimento dei privati nella vicenda dei rifiuti (nell’era in cui era al governo il cdx la vicenda fece gridare allo scandalo); il gran numero di cosentini che hanno “invaso” gli assessorati; la situazione di stallo totale in tutti gli assessorati che sono in mano a “reggenti” in attesa delle nuove nomine dei Direttori Generali; la Giunta Regionale meno che dimezzata con 3 assessori che svolgono le attività che precedentemente erano svolte da 12 individui, tra assessori e sotto segretari; la legge di riforma che consente di avere tutti assessori esterni, in netto contrasto con i principi della spendig-review, presto proporremo una rassegna stampa degli articoli di tutti coloro che attaccavano il Consiglio Regionale quando venne approvata la legge che prevedeva la supplenza (cioè il consigliere regionale che diventava assessore, cedeva il posto in Consiglio al primo dei non eletti nella stessa lista); il ritardo inspiegabile sulla mancata nomina del commissario sanità; le promesse sui percettori di mobilità; la decisione di unificare i ruoli dei dipendenti di consiglio è Giunta (ruolo unico) che porterà allo svuotamento delle funzioni del Consiglio Regionale. Si potrebbe ancora continuare l’elenco delle situazioni irrisolte e poco chiare è lungo, doveva essere una nuova stagione ma invece agli occhi dei calabresi pare sia piuttosto un “rigurgito” della prima Repubblica. Il silenzio che accompagna questa nuova stagione non facilita la crescita della comunità, dimostra invece che ognuno tenta di difendere gli uomini del proprio territorio, mascherando in questo caso le inadempienze di Oliviero e “compagni” ed enfatizzando invece le cose non fatte dal Centro Destra . Una tattica sbagliata che alla fine purtroppo “sputtanerà”  chi doveva deontologicamente svolgere un servizio super partes. I colleghi della provincia cosentina, sempre molto attenti alle vicende regionali oggi appaiono alquanto “distratti”, sarà una forma di inconsapevole campanilismo? Per il bene della Regione Calabria (che problemi ne ha è indubbio negarlo) i calabresi, di tutte le provincie, chiedono al nuovo governatore che si intervenga sulle situazioni sopracitate e non con l’andatura della tartaruga.

mercoledì 18 febbraio 2015

Tasse sugli immobili, nel 2014 evasi circa 4,3 mld

imuSarebbe di circa 4,3 miliardi di euro l’evasione italiana relativa al settore immobiliare che è emersa nei dati dell’ Agenzia delle Entrate e il Dipartimento delle finanze del Tesoro riguardo all’anno 2014. I dati sono stati ottenuti incrociando i dati tra gettito teorico dovuto dai contribuenti e quello gettito effettivamente percepito. L’ Imu e la Tasi, nel 2014, hanno fatto incassare allo stato 23,9 miliardi di euro, in linea con i dati del 2012. Un evidente calo è stato riscontrato(12,6%) per quel che concerne il gettito sull’abitazione principale.